domenica 18 dicembre 2011

Stanco di leggere...

Need to start writing, as I have enough reading.
Being tired to use my eyes to read at work, to read at home, to read on paper, to read continuously on the PC at work and at home, to read while in the bathroom, to read on BlackBerry, to read emails, to read my to do lists that always keep changing lenght and shape, .... is this a good reason to start writing?
Not sure about.
In fact writing means also reading as normally I read what I write while writing. But I can try to type on the keyboard without reading, for example closing the eyes or looking somewhere else.
Yes, I'm able to type without reading and mistakes are normally very few. Learnt to type fast without looking when I was at secondary school, the school was for Accountants, as we call this school in Italy. 5 years, and during the first 2 years, typing was a course I attended....

Fatica scrivere in inglese. Perche' volevo scrivere in inglese? per provare. Non si può?
Se avessi pazienza sarebbe un buon esercizio, almeno per arricchire il vocabolario che in anni di email di lavoro si sta restringendo continuamente a quelle poche parole che servono per spiegare quanto basta e portare a casa lo stipendio a fine mese.
Ma pazienza non ne ho. Ameno adesso. E quindi partito in inglese mi converto subito subito all'italiano poi si vedrà.
Allora. Il corso di Dattilografia non mi dispiaceva. Penso di aver provato in qualche occasione uno stato di trance da concentrazione estrema sull'uso delle mie dita, forse anche chi studia pianoforte ha le stesse esperienze, ma la musica deve essere certamente più bella del tichettio dei tasti della macchina da scrivere. Si perchè quando facevo Ragioneria non si usava mica il computer bensì la vecchia cara e rumorosa e faticosa macchina da scrivere, prima completamente manuale poi addirittura elettrica o forse elettronica. No solo elettrica. Sembravano dei troni, erano immense e incutevano qualche timore e paura. Ma il rumore era coinvolgente e aiutava a dare il ritmo alle mani, senza farle scappare via, e riducendo il numero di battute sbagliate. Nel primo quadrimestre del primo anno di Ragioneria, un compito in classe di Dattilografia mi era andato male, non mi ricordo il voto, ma ero rimasto deluso, o forse avevo rischiato di litigare con la prof, o magari avevo proprio litigato. Quindi.... quindi ho passato le vacanze di Natale ad allenarmi con la Lettera 32 del papà, nella mia accogliente camera da letto di Via Pacinotti, che con la tenda a listelle sembrava proprio un ufficio, il letto di giorno trasformato a divano con un bel copriletto verde e i cuscini di gomma piuma sagomati a mormido schienale - credo che li abbia fatti la mamma, mi sembra di ricordare che litigava con le federe per metterci dentro la gomma piuma. Ma era proprio una bella camera e il ricordo mi fa molto piacere e mi rilassa. Ho trascorso quelle vacanze di Natale in casa, non mi ricordo che fossimo andati ad Andalo a sciare, ma è stata comunque una bella vacanza perchè quel compito in classe mi aveva costruito un piccolo obiettivo e un hobby che per quindici giorni mi avrebbe incollato alla mia grande scrivania, ai fogli bianchi, al libro di dattilo, e al foglio di carta attaccato con lo scotch alla Lettera 32 per metterci sotto le mani e non poter guardare i polpastrelli colpire quali tasti. Stesso sistema che poi la prof adottava a scuola per farci lezione e soprattutto durante i compiti in classe. Fogli su fogli ricopiando gli ezercizi del libro, ogni esercizio serviva per allenare le dita a lavorare insieme e a scrivere in velocità le possibili combinazioni di lettere della lingua italiana, era una progressione di difficoltà e mi sembra di ricordare davvero divertente, perchè non si trattava di ricopiare un brano completo ma di scrivere un numbero quasi infinito di volte le stesse parole, complicate o complicatissime, oppure anche solo parti di parola ovviamente la parte più complicata, che tendeva ad annodare le dita e a fiaccare le mani.
Oggi su PC non serve più premere con le dita infatti basta sfiorare con il polpastrello, ma sulle macchine da scrivere anche se elettriche ci voleva una buona forza, addirittura quasi era necessario piegare il polso, dipendeva dalla macchina. E che bello quando si tornava a capo: campanello che segnalava la fine della riga, poi con la mano si cercava la leva e si riportava il carrello a capo. In alcuni casi bisognava inventarsi come andare a capo spezzando la parola possibilmente con le sillabe corrette e metterci anche il trattino meno per spezzare la parola.
Oggi non si vedono più i trattini meno, strano che qualcuno non abbia protestato. Forse abbiamo sempre avuto tutti paura di sbagliare, quindi siamo ben felici di non dovere più posizionare il trattino meno. Evviva.
Insomma una vacanza passata a Ferrara, Natale e Capodanno, al caldo, con la tuta e forse una calda giacca di lana che mi aveva regalato la Zia Laura e che credo di aver portato per anni e anni, davvero calda e morbida, poi direi che quando non l'ho più portata io la deve aver messa la Silvia. Si sicuramente mi ricordo di aver visto Silvia con quella giacca, più grande di lei ma evidentemente era proprio comoda e rendeva l'inverno piacevole. Ticchettio tutto il giorno, sicuramente spezzato dagli altri compiti, perchè mi piaceva studiare. Che bello se potessi farlo ancora. Ticchettio alla mattina, poi pranzo, poi riposo sul divano, poi via a ticchettare ancora. E alla fine avevo fatto tutti gli esercizi che neanche era necessario fare perchè le lezioni ancora non erano arrivate a quel punto, ma non importava perchè volevo fare molto molto bene il prossimo compito in classe. E quell'anno, alla fine, prima della chiusura estiva, fui invitato dalla prof a partecipare ad una gara con le macchine elettriche, credo ci fossero anche studenti di altre scuole simili alle nostre. Ma vinse un altro alunno che era andato molto più lento di me ma per questo aveva fatto poche battute errate. Io invece un missile da più di 400 battute per minuto dico per minuto non mi sono sbagliato, ma per questo feci più errori. Comunque il premio era una macchina da scrivere elettrica che sinceramente non avrei saputo dove mettere. Molto più bella la Lettera 32 del papà. Recentemente gli avevo mandato una email chiedendo se me la regalava, ma nessuna risposta, perchè penso che piaccia tanto anche a lui. Oppure una sorpresa, prima o poi mi fara' un regalo, spero poi, tanto poi.
Insomma ero convinto di essere stato valutato ingiustamente, o semplicemente ero arrabbiato con me stesso e convinto che io potevo imparare da solo a scrivere a macchina senza bisogno di andare a lezione da quella prof che mi aveva dato il brutto voto. Mi sembra che fosse andata così. Una sorta di vendetta contro la prof. Devo averne fatte tante di queste vendette. Quando non ritenevo giusto il giudizio ricevuto, mi buttavo in quella materia per dimostrare che avevo ragione. Facevo il gioco dei prof. Ma credo che nessuno di loro abbia mai capito a che gioco giocavo io, e neppure avevano sufficiente immaginazione per capire che il metodo migliore con me era sfidarmi. Ma io li sfidavo da solo, e questo per me era sufficiente. Tanto prima o poi si sarebbero convinti che il loro giudizio era stato impertinente. Tutto qua. Una sfida tra il prof colpevole di un giudizio affrettato e il sottoscritto che allora aveva tempo di ingaggiare queste strane gare. Con me stesso. Ma divertenti davvero, o almeno mi tenevano impegnato, quasi alla ricerca della perfezione in quell'argomento particolare, nella materia, nell'ottenere risultati esagerati rispetto all'andamento lento delle lezioni, alla noia che sarebbe altrimenti regnata nel fare i soliti compiti assegnati con altrettanta noi dai prof. Sempre le stesse cose, che avrei e avremmo potuto fare tutti o quasi in meta' del tempo.
Insomma quel Natale sfidai la prof di dattilografia, imparando a scrivere così velocemente che neanche dovevo rincorrere i miei pensieri per scriverli tanto le mie mani andavano veloci da riuscire a seguire il filo del pensiero. Sembra facile ma e' assolutamente difficile e impossibile farlo scrivendo a mano, forse qualcuno ci riesce con la stenografia, ma saranno davvero pochi gli stenografi che usano tale metodo nella vita reale. Ne ho conosciuta solo una quando lavoravo in Citi. Era inglese e mi chiedevo se la stenografia inglese era uguale a quella italiana, che mi avevano insegnato sempre a ragio. Ma non mi ricordo di aver sfidato il o la prof di steno. Neanche mi ricordo se era uomo o donna. Sicuramente nessuna sfida.
Tornato dalle vacanze di Natale credo di aver stupito la prof, con un numero di battute per minuto esagerato, e per di più battute senza errori. Bastava andare a ritmo e respirare, stare calmi e non correre troppo. Sono certo di aver ottenuto quello che volevo cioè far riconsiderare il precedente giudizio alla prof che da allora mi fece sempre complimenti e ottimi voti fioccavano ogni volta.
Bene. Ma avevo imparato a fare la cosa che avrei fatto forse per tutti i giorni della mia vita lavorativa. Senza neanche immaginare che sarebbe stato così. Forse era davvero la capacità che mi avrebbe accompagnato ogni momento del giorno, e senza la quale oggi non potrei scrivere email a raffica e fare il lavoro di forse tre o quattro o cinque persone. Se ho fatto bene o male a imparare questa arte per così dire, non lo so. So che sicuramente la uso a tutto spiano.
Anche adesso che per qualche strano motivo, ho iniziato a digitare la sera dopo cena una volta che le bambine sono andate a letto, e io mi scaravento sulla poltrona dell'Ikea comoda e accogliente se non fosse per il cuscino che a forza di starci seduto su si è un pò assotigliato. Ma basta cambiare posizione ogni tanto oppure non pensarci e davvero sembra di essere in una culla. E' di quelle che basta dondolarsi un pò e ti fanno leggermente sobbalzare, rilassando il corpo come quando da bambini si andava sul dondolo o sull'altalena. Il computer sulla gamba destra e in parte appoggiato sul bracciolo, collegato a internet con il cavo di rete per non usare il wifi che ancora non si è capito se fa male oppure no, quindi nel dubbio preferisco non usarlo, e mi posiziono il poggia gambe, coordinato con la poltrona, sotto i miei gamboni e piedoni. Pigiamato, addirittura con la tv spenta, così davvero posso sentire i miei pensieri e provare a starci dietro digitando come un forsennato sulla tastiera del pc. Pc mica tutto mio, anzi l'unico della casa che usiamo quindi tutti, forse di meno Betta che ancora non è caduta in questa trappola. Quando ci stava cadendo, usando il vecchio mac detto lampada, all'improvviso ha smesso di funzionare, io non sono mai stato capace di aggiustarlo del tutto, infatti il lettore dei dvd non va, e l'ho tenuto diciamo in riparazione per mesi, Betta non ha mai detto niente, forse le ho involontariamente dato una tregua prima ancora che diventasse un'abitudine per lei. Disegna sempre e io sono tanto contento. Una volta tanto forse ho fatto qualcosa di intelligente in modo spontaneo senza tanto programmare. Chissà.
Basta vado a letto che è tardi e non ho comunque capito da dove ero partito per parlare della dattilografia, e neanche sono arrivato al punto. Quindi nanna.